Il sentimento del mercato si gira verso le sanzioni moderate; I deflattori USA PCE, I beni durabili

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Oggi sui mercati

Nota: La tabella sopra riportata viene aggiornata prima della pubblicazione con le ultime previsioni del consenso. Tuttavia, i testi e i grafici vengono preparati prima. Pertanto potrebbero essere presenti delle discrepanze tra le previsioni riportate nella tabella sopra e quelle presenti nei testi e i grafici.

La giornata europea inizia con le statistiche sulla massa monetaria della Banca centrale europea (BCE). Si tratta di dati che in passato venivano monitorati attentamente, ma oggigiorno nessuno neanche pretende di essere interessato alla crescita della massa monetaria. Questo è strano e questo grafico (poco scientifico) suggerisce che una maggiore crescita della massa monetaria è associata ad una maggiore inflazione (il grafico è poco scientifico perché ho dovuto usare diverse misure della massa monetaria, ovvero la crescita M2 nella maggior parte dei casi, ma tale dato non è sempre disponibile per tutti i paesi).

Naturalmente se dovessi rimuovere Stati Uniti, Giappone e Svizzera dal grafico, posso provare esattamente l’opposto. Forse questo è il motivo per cui non viene prestata più molta attenzione alla crescita della massa monetaria. 

Tra i dati che verranno annunciati oggi vi sono i prestiti bancari nell’area euro. I prestiti sono aumentati di recente e questo dovrebbe rassicurare la BCE, specialmente dal momento che gran parte della crescita deriva da società non finanziarie e non solo persone attive nel mercato immobiliare.

Dopo questi dati possiamo sederci e attendere la star del programma, o almeno la star di oggi: i dati sulle spese e il reddito personale USA, in aggiunta ai deflatori PCE. I deflatori PCE, al posto che l’indice dei prezzi al consumo (IPC), sono la misura preferita dalla Fed per valutare l’inflazione. Tale passaggio è avvenuto con il rapporto Humphrey Hawkins della Fed del febbraio 2000. 

Tuttavia, il mercato presta chiaramente più attenzione all’IPC rispetto ai deflatori PCE, come emerge dai punteggi di rilevanza di Bloomberg (60 per il deflatore PCE e 96 per la misura IPC). A mio modesto giudizio anche le autorità della Fed prestano particolare attenzione all’IPC, pur stilando le previsioni sulla base dei deflatori PCE. Ad esempio, nella conferenza stampa di dicembre, il presidente della Fed Powell ha menzionato diverse volte l’IPC, senza menzionare in nessun modo i deflatori PCE. Nello spiegare perché hanno deciso di accelerare con il tapering ha dichiarato:

Il rapporto sul mercato occupazionale è giunto due giorni dopo l’incontro. E una settimana dopo, mi sembra il 12 novembre, è stata pubblicata la lettura dell’IPC. Tale lettura dell’IPC è stata coerente con gli altri due dati. Durante il weekend sono giunto alla conclusione che dobbiamo velocizzare il ritmo del tapering. 

Quindi anche se ho posto maggiore enfasi sui deflatori PCE rispetto all’IPC, batto bandiera bianca. È chiaro che non si basano su questi.

Ad ogni modo, i deflatori PCE dovrebbero aumentare. Rimane da vedere di quanto e se risulteranno più elevati del previsto.

Inoltre, il deflatore PCE core, che dovrebbe essere in teoria la misura preferita della Fed per l’inflazione, non dà segni di rallentamento. La previsione del consenso del mercato per la variazione mensile porterebbe ad una variazione a 3 mesi annualizzata in aumento al 6.1% anno su anno dal 4.9%. Nel complesso i dati dovrebbero confermare l’opinione della Fed che bisognerà fare qualcosa al più presto per far rallentare l’inflazione. Questo dovrebbe essere positivo per l’USD.

Per quanto riguarda i redditi e le spese personali, gli stipendi dovrebbero calare dello 0.3% mese su mese, mentre la spesa dovrebbe aumentare dell’1.6% mese su mese. Non vedo differenze da quanto vedo in famiglia.

Questo si traduce in redditi al +10.5% dai livelli pre-pandemia, mentre la spesa a +12.1%, quindi non male.

Gli ordinativi di beni durevoli USA dovrebbero registrare una solida crescita dell’1.0% mese su mese. Si tratterebbe di una lettura superiore alla media mobile a 6 mesi (+0.7% mese su mese), il che è un segnale di miglioramento.

L’accelerazione potrebbe essere legata ad un grande ordine di aerei di Boeing. Ad esclusione degli ordini nel settore dei trasporti, si prevede un aumento di solo lo 0.4%, sotto alla media mobile a 6 mesi dello +0.6% mese su mese.

Infine, nella mattinata di lunedì il Giappone annuncerà i dati sulla produzione industriale. Dovremmo assistere ad un calo dal mese precedente, il che è strano, dal momento che il PMI manifatturiero è cresciuto di 2.5 punti ai massimi dal febbraio 2014.

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