CAD rialzista sulla scia di petrolio, merce di rifugio USD & YEN ribassisti; IPC dei USA, e il Libro Beige del FED

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Oggi sui mercati

Nota: La tabella sopra riportata viene aggiornata prima della pubblicazione con le ultime previsioni del consenso. Tuttavia, i testi e i grafici vengono preparati prima. Pertanto potrebbero essere presenti delle discrepanze tra le previsioni riportate nella tabella sopra e quelle presenti nei testi e i grafici.

La produzione industriale nell’area euro è diminuita, arrivando a una sostanziale assenza di crescita negli ultimi 6 mesi. L’indice si attestava a 102.6 ad ottobre e a 102.4 a marzo. Se la previsione per oggi è accurata, crescerà a 102.8, il che non sarebbe un grande miglioramento e rimane sotto dello 0.4% dai livelli pre-pandemia.

Detto ciò, è pur sempre maggiore del Giappone e del Regno Unito e non così dietro agli Stati Uniti. Tutto ciò con la più grande economia del blocco, quella tedesca, molto indietro. Nel complesso ritengo che sia un risultato piuttosto buono, anche se non prevedo che l’indicatore di oggi porti ad entusiasmo di alcun tipo per l’EUR.

A seguire vi sarà l’highlight della settimana, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) USA. L’IPC non è la misura di inflazione monitorata dalla Fed, che è invece il deflatore PCE sulle spese di consumo personali o, più precisamente, il deflatore PCE core, ma il mercato presta più attenzione all’IPC che ai deflatori PCE. La variazione dell’IPC headline mese su mese vede un indice di rilevanza di Bloomberg di ben 96.1, mentre per l’indice core di 76.9, mentre il più importante deflatore PCE, ovverosia il deflatore PCE core mese su mese, ottiene 60.1, seguito dal valore headline con solo 18.9. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la gente comprende meglio l’IPC dei deflatori PCE o semplicemente al fatto che l’IPC viene pubblicato all’incirca 2 settimane prima dei deflatori PCE e sono correlati, quindi l’IPC funge in un certo senso da dato anticipatorio per il PCE (anche se il primo risulta essere più volatile).

Il valore headline dovrebbe aumentare ulteriormente a ben il 7% anno su anno, mentre il valore core dovrebbe attestarsi al 5.4%.

Inoltre, nonostante si sia parlato molto del fatto che l’elevata inflazione è “transitoria” (una parola che il presidente della Fed ha “ritirato”), così non sembra dai dati. Se analizziamo la variazione dell’indice degli ultimi 3 mesi e la annualizziamo, possiamo notare che l’inflazione sta ancora aumentando, specialmente a livello core. Questo non è un risultato auspicabile.

Tali dati potrebbero portare gli investitori a scommettere maggiormente su un rialzo dei tassi a marzo, ma dal momento che la probabilità si attesta già al 76%, non sono certo di quanto possa cambiare per il dollaro. Viceversa, un aumento all’incontro del 26 gennaio è sostanzialmente impossibile.

 

In giornata la Fed pubblicherà il “Riepilogo delle analisi sulle attuale condizioni economiche”, noto anche come Libro beige o Beige Book, che esce sempre due settimane prima dell’incontro del FOMC. Si tratta di un documento importante per il mercato, in quanto il primo paragrafo delle dichiarazioni rilasciate immediatamente dopo ogni incontro del FOMC tende a rispecchiare il tono che emerge dal libro beige sulla caratterizzazione dell’economia. Il libro non include valori utili a quantificare i contenuti, ma molte società di ricerca calcolano un “indice del libro beige” contando quante volte compaiono alcune parole, come “incerto” o “inflazione” o “collo di bottiglia”. Ad ogni modo il libro è in gran parte aneddotico, quindi bisognerà aspettare di leggerlo per saperne di più.

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