I prezzi del petrolio ai massimi del 2019, mentre deboli vendite al dettaglio mettono sotto pressione il dollaro

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1. I prezzi del petrolio ai massimi del 2019, mentre deboli vendite al dettaglio mettono sotto pressione il dollaro
I prezzi del greggio Brent hanno toccato i massimi del 2019 oltre quota $65 venerdì, supportati dai tagli alla produzione guidati dall’OPEC, dal calo della produzione della Russia, dall’incidente ad un cavo di alimentazione al più grande giacimento offshore dell’Arabia Saudita e dalla decisione degli Stati Uniti di riprendere in considerazione le sanzioni nei confronti di Maduro e del Venezuela. Nello specifico, il Brent (CL_BRENT) alle 8:15 GMT di questa mattina era avanzato ad un massimo di $65.10, oltre quota $65 per la prima volta quest’anno, prima di calare nuovamente a quota $64.78 al barile, in rialzo dello 0.3% dall’ultima chiusura. I future del greggio WTI (USOIL) erano scambiati a quota $54.70 per barile, in rialzo di 29 centesimi, pari allo 0.6% dall’ultima chiusura.*

2. La coppia GBP/USD resta vulnerabile in prossimità di un minimo di 1 mese
La coppia GBP/USD è rimasta depressa a causa del continuo dramma che circonda l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, mentre sulla coppia ha pesato anche la notizia che l’ERG pro-Brexit ha deciso di astenersi nella votazione di oggi in parlamento, mettendo le basi per una sconfitta del governo. La coppia ha registrato un piccolo rialzo derivante dalla debolezza del dollaro Usa, guidata dai deboli dati mensili sulle vendite al dettaglio, per poi subire presto delle vendite. Tuttavia, la coppia è scivolata ulteriormente sotto quota 1.2800 dopo che il governo della premier britannica Theresa May ha subito l’ennesima sconfitta quando il parlamento ha rigettato l’accordo di Brexit rivisto. Alle 8:25 GMT la coppia GBP/USD era scambiata a 1.2799.**

3. Amazon recupera le perdite del titolo dopo aver annullato il progetto HQ2 a NYC
Giovedì Amazon ha annunciato il ritiro del progetto HQ2 a New York, che ha portato il titolo della società ad annullare i cali precedenti. Le azioni hanno perso fino al 2% intraday per poi chiudere a quota 1622.65, in calo dell’1.06% rispetto all’ultima chiusura, ma in significativa ripresa dai minimi della fine del 2018. A novembre, il colosso del tech aveva dichiarato di voler dividere la propria sede tra il quartiere del Queens di Long Island City a New York e l’area Crystal City di Arlington, Virginia, per un totale di 25.000 posti di lavoro tra le due località. Ora la società ha dichiarato che il piano di New York è stato del tutto abbandonato, mentre procederà con i piani per il Nord Virginia.***

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*Fonte: Reuters, Feb 15, 2019 3:25 AM GMT
**Fonte: Investing, Feb 15, 2019 4:16 AM GMT
***Fonte: Business Insider Markets, Feb 15, 2019 3:03 AM ET

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