Le rate in base all’ orario 5.00 GMT
Oggi sui mercati
Nota: La tabella sopra riportata viene aggiornata prima della pubblicazione con le ultime previsioni del consenso. Tuttavia, i testi e i grafici vengono preparati prima. Pertanto potrebbero essere presenti delle discrepanze tra le previsioni riportate nella tabella sopra e quelle presenti nei testi e i grafici.
La giornata europea ha inizio con le vendite al dettaglio UE. Non è un evento importante per l’UE, ma rimane interessante per valutare l’economia. Le vendite sono state piuttosto basse da agosto e sono calate lo scorso mese, ma dovrebbero rimbalzare.
La performance dell’UE è più o meno la stessa. Gli Stati Uniti sono stati l’eccezione per quanto riguarda le vendite al dettaglio grazie all’eccezionalmente ampio programma di sostegno fiscale statunitense.
Ma non siete comunque interessati alle vendite al dettaglio europee, no? Vorrete sicuramente saperne di più del tanto atteso indicatore del giorno, della settimana e potenzialmente del mese: il famosissimo dato sui salariati extra agricoli USA (NFP).
Per l’NFP il mercato prevede un solido aumento di 423.000. La fiducia è aumentata dopo che il rapporto dell’ADP di mercoledì è risultato superiore alle attese, con una lettura di 475.000 contro le stime di +375.000.
Il rapporto dell’ADP monitora i salariati del settore privato, non i dati headline. La previsione per i salariati privati è praticamente la stessa, pari a +383.000.
Quanto possiamo fidarci di tale previsione? Non molto! Dal gennaio 2021 il dato ha superato le stime 6 volte e l’ha mancato 7 volte, attestandosi da 743.000 sotto alle stime (-136%) a 342.000 oltre (+37%).
Per coloro che vogliono effettuare operazioni rapide, l’USD/JPY ha la migliore reazione immediata al dato (la variazione dell’USD/JPY nei primi cinque minuti dopo la pubblicazione è strettamente correlato a quanto l’NFP manca o supera le aspettative).
Tuttavia, nei 30 minuti successivi, lo stesso si può dire per l’EUR/USD.
L’oro ha un comportamento simile diciamo.
Per coloro che sono interessati al mercato azionario, il DJIA ha una relazione molto migliore dello S&P 500.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe calare leggermente, mentre il tasso di partecipazione dovrebbe rimanere invariato. Tecnicamente ritengo che la Fed possa voler vedere un aumento del tasso di partecipazione, ma a questo punto non penso che sia così importante. Il tasso di partecipazione, infatti, risente dei cambiamenti sociali fuori dal loro controllo, non dall’assenza di posti di lavoro. Dal loro punto di vista, il loro mandato di “piena occupazione” è raggiunto, quindi meglio ora concentrarsi sulla “stabilità dei prezzi”.
I guadagni medi orari dovrebbero aumentare. Non sono certo di quale sia il parere della Fed a riguardo: un buon segno di maggiore uguaglianza o un segnale negativo di una possibile spirale dei salari/prezzi?
Secondo il tracker della crescita dei salari della Fed di Atlanta, la gente meno pagata sta ottenendo i maggiori aumenti di salario, mentre la gente più pagata sta ottenendo i minori aumenti di salario. Quindi ritengo che la Fed accetti di buon grado e sia addirittura soddisfatta di un’elevata crescita dei salari, in quanto è stata accusata in passato di supportare politiche che alimentano le ineguaglianze (spingendo al rialzo i rendimenti degli asset ed arricchendo così i ricchi, che detengono la maggior parte degli asset).
Se volete un indicatore a cui nessuno presta attenzione ma che è davvero importante, nulla supera le ore medie settimanali lavorate. Questo dato indica quante ore in media i dipendenti lavorano in media durante la settimana. Come si può vedere, i movimenti di questo indicatore non sono così marcati e questo è probabilmente il motivo per cui la gente non vi presta molta attenzione. Anche nel periodo peggiore della pandemia è calato solo a 34.1 da 34.4 circa, per poi rimbalzare a 35.0.
Tuttavia è fondamentale, in quanto in un dato momento ci sono milioni di persone in più che lavorano rispetto a quelle che non lavorano. Anche all’apice della pandemia, quando il tasso di disoccupazione aveva raggiunto livelli da depressione, c’erano 133.3 mln di persone occupate negli Stati Uniti. Se ognuna di queste lavorasse solo 1/10 di ora in più ogni settimana e ogni lavoratore guadagnasse in media $30 all’ora, come lo scorso mese, questo significa $3 per persona alla settimana, che per 133.3 mln di persone è un reddito aggregato di $400 mln in più. Un tale reddito è pari allo stipendio settimanale di altre 390.000 persone con un salario medio. Quando si valuta l’impatto sul reddito e sulla spesa, e quindi sul PIL, l’impatto di una variazione delle ore lavorate è normalmente maggiore dell’impatto di una variazione del numero di posti di lavoro.
Le ore medie settimanali sono calate dallo scorso maggio ma dovrebbero iniziare a riprendersi questo mese.
Questo dipende probabilmente dal fatto che il virus sta scemando. Le ore medie lavorate hanno seguito a grandi linee i nuovi casi di coronavirus, probabilmente perché diversi lavoratori del settore dei servizi hanno visto ridotto le proprie ore quando la gente non è uscita di casa (da notare che le ore medie settimanali sono invertite nel grafico). Dando per scontato che il numero di nuovi casi continuerà a calare e la gente possa tornare a una parvenza di vita normale, le ore medie settimanali possono continuare ad aumentare e di conseguenza anche gli stipendi aumenterebbero, compensando così in parte l’impatto dell’aumento dell’inflazione.
Ad esempio, i dati del sito di prenotazione di ristoranti Opentable.com evidenzia che le prenotazioni nei ristoranti USA sono tornate ai livelli pre-pandemia. Questo dovrebbe significare che la domanda di personale nei ristoranti e le ore lavorate nei ristoranti stanno tornando ai livelli pre-pandemia (anche se purtroppo lo stesso non si può dire per il numero di ristoranti).