il JPY sale, l’EUR scende nel mentre che le rate diminuiscono; Il sentimento del consumatore di U e M

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Le rate in base all’ orario 5.00 GMT

Oggi sui mercati

Nota:  La tabella sopra riportata viene aggiornata prima della pubblicazione con le ultime previsioni del consenso. Tuttavia, i testi e i grafici vengono preparati prima. Pertanto potrebbero essere presenti delle discrepanze tra le previsioni riportate nella tabella sopra e quelle presenti nei testi e i grafici.

La giornata inizia con i dati sulla produzione industriale nell’area euro. Non è un grande dato ma in passato ha smosso il mercato.

L’UE non sta andando male sotto questo profilo, ma l’indicatore di oggi dovrebbe portarsi al di sotto dei livelli di produzione prepandemia. Alla luce dei problemi legati alla guerra in Ucraina, questo non sorprende.

I prezzi all’importazioni USA normalmente non sono un indicatore chiave, ma con il mercato concentrato sull’inflazione, oggi può dar vita a dei movimenti.

Non c’è relazione tra i prezzi all’importazione e l’IPC USA.

I prezzi all’importazione petrolio escluso sembrano avere una migliore corrispondenza, anche se con i servizi che costituiscono il 60% del paniere dell’IPC, è chiaro che i prezzi all’importazione non sono i principali responsabili dell’inflazione.

I prezzi all’importazione petrolio escluso, viceversa, sembrano in gran parte legati all’indice dei prezzi alla produzione cinese. Questo è il motivo per cui l’inflazione cinese è importante per il resto del mondo.

Successivamente avremo l’indagine sulla fiducia dei consumatori della University of Michigan. Il mercato pone particolare enfasi su questo indicatore come si può apprezzare dall’elevato punteggio di rilevanza di Bloomberg, ma non fa che intervistare 500 persone. Inoltre, non ho mai sentito che il sentiment prevede la spesa o altro.

Si prevede che il sentiment cali leggermente, il che è naturale alla luce del tasso di inflazione ancora elevato.

A proposito, le aspettative sull’inflazione sono di un nuovo lieve aumento.

Poi avremo il weekend per andare in spiaggia, arrostirci per bene e trascorrere la domenica in agonia.

Spero che per domenica notte in Europa (lunedì mattina in Asia) vi sarete ripresi, perché verrà pubblicato l’indice dei prezzi dei beni societari in Giappone o Japan corporate goods price index (CGPI), ovverosia i prezzi alla produzione.  Il tasso di crescita mese su mese dovrebbe rimanere invariato, ma il tasso anno su anno dovrebbe calare leggermente.

Sarà interessante vedere cosa succede con i prezzi delle materie prime, che sono aumentati. A marzo hanno registrato un +50%. Si tratta comunque di un calo dal picco del 69% anno su anno di dicembre, ma è ancora rovinoso. Tuttavia, non vi è segno che la Bank of Japan voglia accettare uno yen più alto per compensare, come abbiamo visto dal Riepilogo delle opinioni pubblicato mercoledì relativamente all’incontro di politica monetaria di aprile.

Diversi membri del Comitato di politica monetaria si sono espressi prendendo atto del possibile impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime sull’inflazione, senza però esprimere preoccupazione. “È probabile che il tasso d’inflazione sottostante aumenti moderatamente a causa delle sempre più frequenti decisioni delle imprese di trasferire l’aumento dei prezzi delle materie prime ai prezzi al dettaglio, dei cambiamenti nella mentalità delle imprese e delle famiglie riguardo ai prezzi e di un possibile rafforzamento della pressione al rialzo sui salari a causa dell’intensificarsi della carenza di manodopera”, ha affermato un membro. “Le inefficienze nel commercio e nella logistica derivanti dalla situazione dell’Ucraina, congiuntamente all’impennata dei prezzi delle materie prime e di altri prodotti, potrebbero continuare a influenzare i prezzi di un’ampia gamma di beni in Giappone”, ha dichiarato un altro membro.

Ma lo scetticismo sembra dominare la scena. “Nonostante vi sia un’accresciuta possibilità che il tasso di inflazione raggiunga il 2%, l’aumento dell’inflazione è dovuto all’aumento dei prezzi all’importazione e quindi sarà solo temporaneo. Raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi in modo stabile è difficile, visti gli sviluppi del gap di produzione e le aspettative di inflazione”, ha affermato un membro. (“Difficile” è una parola in codice in giapponese per dire “senza speranza”). Un altro membro ha persino sottolineato i rischi derivanti dal calo dei prezzi delle materie prime: “Il tasso di variazione annuale dell’IPC dovrebbe attestarsi intorno al 2% nella prima metà dell’anno fiscale 2022, soprattutto a causa dell’impennata dei prezzi delle materie prime. A partire dal secondo semestre, tuttavia, è necessario prestare attenzione ai rischi di ribasso causati da possibili cali dei prezzi delle materie prime”.

Lunedì mattina avremo anche tre importanti indicatori cinesi: produzione industriale, vendite al dettaglio e investimenti fissi in asset (FAI). Si prevede un calo, il che non sorprende, perché è difficile andare a fare shopping o andare al lavoro quando la porta viene saldata. C’è da vedere quanto sarà marcato il calo.

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